Negli ultimi tempi si è parlato molto della vitamina D e dei suoi possibili benefici nel prevenire nonché aiutare a curare il Covid-19. Ma perché questa vitamina è così importante? Quali sono le sue caratteristiche e come assumerla in maniera naturale?
Cos’è la vitamina D?
Con il termine vitamina D si identificano diverse molecole liposolubili utili all’organismo nella mineralizzazione delle ossa perché favorisce l’assorbimento di calcio, fosforo e magnesio a livello intestinale. Ma non solo. Svolge infatti un ruolo importante a livello di sistema immunitario, difendendo il nostro corpo dagli attacchi di microorganismi patogeni. Inoltre interviene a livello di risposta infiammatoria regolando l’attivazione delle cellule.
I ricercatori stanno inoltre valutando l’importanza di queste vitamine nella prevenzione di malattie autoimmuni e neurologiche.
Caratteristiche
La vitamina D si può suddividere in due grandi gruppi:
- vitamina D2: presente negli alimenti;
- vitamina D3: prodotta dalla pelle con l’esposizione al sole. I raggi UV trasformano un grasso presente a livello epidermico in v. D3. Bastano circa 15 minuti di esposizione al giorno per fornire all’organismo il quantitativo di vitamina D3 necessario all’organismo.
Vitamina D e alimenti
Nello specifico la vitamina D2, si trova nei seguenti alimenti:
- uova (tuorlo nello specifico)
- pesce di mare (in particolare salmone e pesce azzurro come aringhe, sarde, sgombro)
- fegato
- funghi
- vegetali (verdure a foglia larga e scura, broccoli, cavolo nero…) ma in scarse quantità
- olio di fegato di merluzzo
- latte e yogurt interi (nella maggior parte dei casi la vitamina D è addizionata industrialmente)
- burro e formaggi grassi
Va tenuto conto che l’apporto mediante l’alimentazione corrisponde a circa il 15-20% del fabbisogno giornaliero. Ecco perché è importante l’esposizione costante al sole e, in alcuni casi, sotto consiglio del medico, assumere vitamina D tramite integratori alimentari.
Carenza: sintomi e possibili conseguenza
Innanzitutto va specificato che il fabbisogno giornaliero di vitamina D è di 15 microgrammi al giorno (600 unità internazionali o UI) per gli adulti (dati aggiornati recentemente dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – EFSA).
La carenza di questa vitamina è un fattore abbastanza comune, soprattutto nei soggetti a pelle scura, in quelli che vivono lontani dall’equatore o che in linea generale non trascorrono sufficiente tempo al sole. Ma non solo: le donne che allattano, le persone con malattie renali, gli anziani, gli obesi, i soggetti con morbo di Chron e celiachia (per via del mal funzionamento intestinale) sono soggetti a rischio. In alcuni casi anche solo l’utilizzo eccessivo di creme solari può portare a un deficit di vitamina D.
Ma come si manifesta la carenza?
La carenza di vitamina D si manifesta, purtroppo, solo quando i suoi livelli sono davvero critici. Sarebbe opportuno quindi, mediante analisi del sangue, tenere sotto controllo questi valori in modo da agire per tempo, prima che i sintomi si manifestino. Ecco i campanelli d’allarme quando si ha una grave carenza di questa vitamina:
- dolori alle ossa e alle articolazioni
- debolezza muscolare
- difficoltà di concentrazione
- stanchezza e debolezza costanti
Cosa comporta la carenza di vitamina D?
Una carenza importante di vitamina D può portare a problemi alle ossa come rachitismo (specialmente nei bambini), osteoporosi e osteomalacia. Inoltre può portare a una riduzione dell’efficienza del sistema immunitario, provocare depressione. Nei casi più gravi può portare a problemi cardiovascolari, nonché aumentare il rischio di sclerosi multipla (soprattutto nelle donne) e lo sviluppo di diabete tipo 1 e 2.
Tossicità
L’assunzione di questa vitamina per mezzo di integratori, non può essere presa alla leggera. Infatti, un eccesso di vitamina D, può rivelarsi nocivo. L’ipervitaminosi, in questo caso, può portare a una ipercalcemia che a lungo andare può portare ad un eccesso di depositi di calcio in particolare in fegato, reni e cuore causando danni. Come già detto, questo genere di problema è solitamente legato ad un uso scorretto di integratori.